Category: Borondo

  • Avanguardie Urbane | Borondo “Piedad” una pietà urbana contemporanea è il dono dell’artista spagnolo per Metropoliz a via Prenestina – Roma

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    Piedad

    Borondo, 2013
    Acrilici su intonaco cadente
    Roma, via Prenestina 913

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano
    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Foto
    999Contemporary
    The Blindeyefactory

     

     

     

     

     

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    di Diego Fadda ilgorgo.com

    [dropcap4]M[/dropcap4]etropoliz è il realizzarsi di un progetto a carattere sociale firmato dall’ antropologo Giorgio De Finis, l’ex fabbrica di salumi Fiorucci ospita ad ora circa duecento persone provenienti da praticamente ogni parte del mondo. Lo stabile è una grande architettura industriale che fino al 2009 ospitava il ciclo produttivo della nota marca di saluti, in seguito allo spostamento della produzione a Pomezia, l’edificio viene occupato e destinato all’integrazione, ed al recupero in chiave sociale. Rappresenta ad oggi una soluzione abitativa pacifica ed alternativa ma soprattutto un esperienza multiculturale di rara intensità, ed è proprio al suo interno, tra le differenti attività che sorge il MAAM.
    In netta contrapposizione con le più istituzionali MACRO e MAXXI, la galleria fa della sue peculiarità il vero e proprio punto di forza, gli artisti invitati a dare il proprio contributi verranno chiamati attraverso un fitto passaparola andando a creare nel tempo una grande collettiva d’arte che oltre ad avvicinare le persone del posto e che garantirà alle stesse una protezione contro lo sgombro coatto.
    È proprio Borondo l’ultimo in ordine di tempo a prestare la propria arte all’eccellente progetto, l’artista ancora una volta mette in scena l’ennesima sequenza delicata proseguendo spedito verso il suo sviscerare con autenticità, delicatezza e grande impatto visivo quelle che sono le pieghe più profondo della natura umana. Borondo agisce sulla parete attraverso un tratto agitato, intenso come non mai, tornano le sue figure nude ed evanescenti, accennate, quasi intrise nella calce, vengono qui raffigurate nell’istante di un bacio, morbido, semplice e dannatamente vero.

    [/spb_text_block] [spb_gmaps address=”via prenestina 913, roma” size=”300″ type=”roadmap” zoom=”14″ fullscreen=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

  • Avanguardie Urbane | Borondo dona alla città una sua grande opera sull’educazione visiva dei bambini a San Lorenzo – Roma

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Logout project

    Borondo, 2013
    Acrilici su cemento
    Roma, via Scalo San Lorenzo 89

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano

    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Patrocinio
    Roma Capitale Municipio Roma II
    Foto
    999Contemporary
    Video by
    Jack Daverio

     

     

     

     

     

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    di Diego Fadda ilgorgo.com

    [dropcap4]L[/dropcap4]o scorso week-end è stato lanciato l’invito, abbandonare il proprio computer, lo schermo, la propria finestra sul mondo per recarsi in strada ad alzare il naso, ad assaporare e scoprire tutti i dettagli, gli odori, le sensazioni quindi che solo scrutando con i propri occhi, dal vivo, possono essere trasmesse.

    Si chiama “Logout” il progetto, e rappresenta il primo step o invito ad unirsi, a scendere in strada facendo logout da facebook, andare a vivere le esperienze in prima persona, per scoprire quanto forza ed energia si nascondano dietro una pennellata. L’idea, prodotta dalla galleria romana con il patrocinio del Municipio Roma II, prende forma dall’incontro di diverse personalità, la curatela di Stefano S. Antonelli con la supervisione di Gianluca Marziani, le sempre ottime pitture Oikos e il management di Francesca Mezzano. Questa prima facciata nel quartiere San Lorenzo a Roma ha visto al lavoro quel mostro di Borondo che nonostante la pioggia ha portato a termine un’altra delle splendide opere.

    Un uomo si erge, potente ridondante in tutta la sua forza, il volto coperto come a non voler guardare in un attimo di timidezza, nudo nel mondo, lo vedi da lontano mentre ti avvicini a piedi e ti domandi chi possa essere, ti avvicini e continui ad osservare sempre più incuriosito finché, una volta arrivato, ti scopri meravigliato di fronte alle mille pennellate che ne compongono le forme, le profondità e le viscere, in tutta la sua orgastica emozione, Borondo.

    [/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_gmaps address=”89 Viale dello Scalo San Lorenzo, Roma, Lazio, Italia” size=”208″ type=”satellite” zoom=”14″ fullscreen=”no” width=”1/2″ el_position=”first”] [spb_video link=”http://www.youtube.com/watch?v=dZfc8GITJSM” full_width=”no” width=”1/2″ el_position=”last”]

  • “Onthewall” il progetto di street art di Palazzo Collicola Arti Visive Museo di Spoleto, 999Contemporary cura le acquisizioni permanenti di arte urbana contemporanea, primo ciclo di acquisizioni con Lucamaleonte, 2501, Moneyless, Borondo e Sbagliato.

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

    LUCAMALEONTE / 2501 / BORONDO / MONEYLESS / SBAGLIATO
    OPENING 29 GIUGNO 2013 / 12.00-24.00

    Il direttore di Palazzo Collicola Arti Visive – Museo di Spoleto, Gianluca Marziani affida a 999Contemporary la curatela delle acquisizioni murali permanenti del museo con il progetto Onthewall.

    Vengono da Roma, Milano, Lucca e Madrid e a poco più di vent’anni entrano al museo. E’ la prima volta in Italia che un museo acquisisce nella sua collezione permanente un gruppo di street artist e tra loro c’é l’artista più giovane mai entrato in un museo in Italia, Borondo, 22 anni talento spagnolo che in Italia ha trovato il suo miglior terreno espressivo. Hanno nomi di battaglia: Moneyless, 2501, Sbagliato, Lucamaleonte, Borondo ma la loro guerra la combattono sui muri delle città di tutto il mondo, viaggiando, dipingendo e seminando arte senza volere nulla in cambio. Alcuni preferiscono celare la loro identità perché a volte i loro interventi sono illegali ma tutti si sono fatti notare per la qualità del lavoro tanto di diventare delle vere e proprie star, con tanto di fan e stalker. La loro nazione è la rete, i social network in particolare ed é lì che espongono i loro lavori ed è sempre lì che vengono giudicati. In rete non sono i critici, i curatori e gli esperti a “fare” un artista, in rete è la gente comune che giudica, che decide e a volte il giudizio del pubblico coincide con quello degli esperti, è il caso di questi ragazzi che hanno fatto dell’arte una ragione di vita e di ricerca e rappresentano una piccola rivoluzione, un’eccellenza tutta italiana e la dimostrazione che la generazione dei Bamboccioni è solo negli occhi di chi la vuole vedere.

    999Contemporary è la piccola galleria romana che ha riunito questo gruppo di talenti e ha iniziato con loro un lavoro che in poco tempo é riuscito a convincere e conquistare critici, curatori e il sistema che custodisce l’arte contemporanea, un mondo chiuso, competitivo e con molta “puzza sotto il naso” e per questo 999Contemporary annuncia con un certo orgoglio la sua collaborazione con Gianluca Marziani, critico, curatore e direttore  del Museo Carandente di SpoletoPalazzo Collicola Arti Visive, nel progetto Collicola Onthewall.

    Il museo di Spoleto aggiunge alla sua collezione permanente cinque acquisizioni di street art di nuova generazione chiamando ad intervenire sulle superfici settecentesche del museo cinque tra i migliori talenti che il nostro paese possa vantare: Moneyless, 2501, Lucamaleonte, Borondo e Sbagliato. Quattro artisti italiani e uno spagnolo (Borondo) che in Italia ha trovato il suo miglior terreno espressivo. Cinque street artists giovanissimi (dai ventidue ai trent’anni), di fama internazionale che, come spesso accade, hanno più riscontro all’estero che nel nostro paese.

    Il direttore Marziani aveva già dimostrato la sua attitudine ricettiva verso le nuove dimensioni figurative ed in particolare il suo interesse per la street art realizzando Scala Mercalli nel 2008 e avviando successivamente il progetto Collicola Onthewall con lo scopo di indagare ulteriori modalità collezionistiche, inserendo opere murali che diventano parte integrante della struttura museale. Del progetto fanno già parte esponenti importanti della street art italiana come Sten&Lex e Luca Barcellona e ora si arricchisce di altri cinque artisti di grande livello.

    Molti pensano alla street art attraverso lo stereotipo del writer con  bomboletta e il cappellino ma l’arte urbana è molto cambiata e da dieci anni almeno tre generazioni ci stanno parlando attraverso i muri, gli spazi e le pieghe delle città producendo un’arte sempre più insofferente ai normotipi che l’hanno originata. Gli street artist oramai, pur mantenendo pratica e spirito urbano intatti, dirigono le loro ricerche nelle zone comuni del contemporaneo al punto da rendere indistinguibile visivamente la matrice urbana ma rimanendo sempre ben connessi attraverso la rete e alla rete che alimenta, scambia e diffonde questa pratica e i suoi effetti. Da molti la street art è considerata un fenomeno globale e il suo indissolubile legame con internet sostiene questa idea, invece la street art è territoriale, occidentale e bianca (nel senso della razza) con, ovviamente, tutte le eccezioni del caso e l’Italia è il paese dove, in questo momento,  si fa la street art più apprezzata nel mondo, quella più innovativa e non è un caso che un’osservatore infallibile come il direttore Marziani abbia iniziato a selezionare i pezzi pregiati.

    www.palazzocollicola.it

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  • Group show “Drawings For The Masses”

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Drawings for the masses

    108
    2501
    Andreco
    Borondo
    Gaia
    Guy Denning
    Hitnes
    Lucamaleonte
    Martina Merilni
    Moneyless
    Ozmo
    Tellas

    Mostra collettiva
    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Project management
    Francesca Mezzano
    21 giu-27 lug 2012

     

    DRAWINGS-FOR-THE-MASSES

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    Drawings for The Masses, group show

    di Diego Fadda, ilgorgo.com

    [dropcap4]D[/dropcap4]rawing for The Masses è la risposta ad una domanda ben precisa, con l’allestimento proposto possiamo vedere da vicino cosa si cela all’interno della mente dell’artista prima di andare ad occupare una facciata. I bozzetti preparatori, gli sketch su carta animati da chissà quale irrefrenabile attimo di ispirazione, sono il cuore pulsante, le viscere, il vero tesoro personale di ogni interprete e che molto difficilmente viene messo in mostra. Drawing for The Masses ci ha offerto l’opportunità del prima e dopo a livello emozionale, un sincronismo nuovo con le personalità importanti del nostro territorio e non, con le quali instaurare un dialogo, vedere da vicino la parte più emotiva e quindi più personale di grandi artisti del calibro di 1082501AndrecoBorondoGaiaGuy DenningHitnesLucamaleonte,Martina MerliniMoneylessOzmoTellas, artisti ma prima di tutto uomini e donne.

    La mano degli artisti in tutte le loro forme ed incarnazioni diverse anima lo spettacolo dello show proposto, troviamo i due studi di 108 realizzati per la facciata realizzata a Garten Milano, uno definitivo l’altro in seguito mai realizzato, il bozzetto originale di Moneyeless e di Gaia per la maestosa realizzazione sul sottopasso in Via Ostiense, ancora Moneyless con quello del muro realizzato in combo con Mark Lyken a Londra, gli originali di Tellas tra cui quello della pazzesca opera dipinta a Valencia, quelli di Martina Merlini per la sua incursione a Gaeta. 2501 porta l’originale da cui la serigrafia sold out su Street Art News, Lucamaleonte invece ha proposto lo studio originale realizzato per Catalogo, il lavoro murale di via delle Conce a Roma, Hitnes porta in dote quattro splendide tavole naturali, Ozmo l’originale di “Pelusu” opera realizzata a Palermo, Borondo invece ci regala otto nuovissimi studi sul ritratto, anche Andreco propone la sua creazione per Garten più quella del muro di Bologna fatto con vernici che assorbono CO2 purificando l’ambiente, infine ancora Gaia con i bozzetti per muri dipinti a Montreal  e Guy Denning con gli studi originali per Occupy Wall Street.

    [/spb_text_block]

  • Memorie Urbane street art festival 2013

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Memorie Urbane street art festival 2013

    Gaeta (Lt), may – june 2013
    Dal East
    Faith47
    MP5
    Romeo
    Martina Merlini
    Sbagliato
    Lucamaleonte
    Borondo
    Sam3
    Malabrocca

    Curatore
    Salvatore Solko
    Produzione
    Turismo Creativo in collaborazione con 999Contempoary e Walls

     

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    Da memorieurbane.it

    [dropcap4]P[/dropcap4]er il secondo anno il Festival triplica gli artisti, 12 infatti gli invitati provenienti da tutto il mondo: Alice Pasquini, Borondo, DALeast, Faith47, Hyuro, Lucamaleonte, Malabrocca, Martina Merlini, Moneyless, Romeo, Sam3 e Sbagliato. E raddoppia le location approdando anche a Terracina, con l’intento di avviare così un progetto che possa coinvolgere un sempre maggior numero di nuclei urbani del litorale laziale. Dal 20 aprile al 30 maggio gli artisti si alterneranno per le strade di Gaeta e Terracina, animando luoghi e superfici non convenzionalmente legati alla ricezione di interventi artistici e vivacizzando culturalmente le due città. In contemporanea con gli interventi degli artisti si svolgeranno appuntamenti collaterali: workshop tenuti da street artist, una conference sull’Urban Art ed eventi serali in varie location delle città coinvolte.

    [/spb_text_block]

  • Con Borondo e Alice a The Others Art Fair, 999 in prigione a Torino! (Si la sede della fiera è una ex prigione)

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    THE OTHERS ART FAIR
    Torino 9-11 nov 2012

     

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    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    This fair is the only venue we could stay. Independent mood this fair spreads convinced us to make a deal with this open-minded venture but remember, our art comes from the street. Even if to doubt is our style of thinking at 999, we don’t have any doubts, THE OTHERS are Borondo and Alice. Get ready for the show.

    [/spb_text_block]

  • Borondo solo show “Isterofimìa”

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Isterofimìa

    Borondo, mostra personale
    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Project Management
    Francesca Mezzano
    27 ott-15 dic 2012

    Isterofimia-Banner

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    di Stefano S. Antonelli

    [dropcap4]A[/dropcap4] gennaio durante la mostra “Vandalism” alla 999 entra un ragazzo con un rotolo di due metri e mezzo in mano e si mette a guardare i lavori appesi alle pareti. Lo guardo, quel rotolo era ingombrante, infastidiva gli altri ospiti, la 999 è un piccolo spazio. “Che cos’é?” gli chiedo e lui mi risponde che è una cosa che andrà ad attaccare per strada quando farà buio. Ho detto “ok, srotola fammi vedere” sono dovuti uscire tutti per permettergli di srotolare quella carta. La gente era sulla porta che voleva vedere. Il ragazzo dispiega tutto quell’enorme rotolo a terra. Prima c’è stato un attimo di silenzio e poi quel verso di ammirazione spontanea che facciamo tutti, un “oooh” corale si è propagato nella sala. Ho guardato quello che c’era su quella carta, ho guardato il ragazzo negli occhi e gli ho chiesto “l’hai fatto tu?” e lui mi ha sorriso e mi detto “si”. Mi ha detto solo “si”. Il ragazzo aveva 21 anni, parlava con accento spagnolo, si chiamava Borondo e raccontava che faceva questi lavori in strada da parecchio tempo e io continuavo a fissare la carta e avevo la nettissima sensazione di trovarmi davanti ad un grande artista. C’è voluto quasi un anno di lavoro ma finalmente eccoci qua, é la sua prima vera mostra finalmente nella disperata incertezza che la nostra stupida galleria sia troppo piccola per un artista così grande.

    ***

    di Sabina de Gregori dal catalogo della mostra – © Riproduzione riservata

    [dropcap4]G[/dropcap4]onzalo Borondo è nato nel 1989 in un piccolo paese della Spagna, Valladolid, ma da subito va a vivere a Segovia, la città che per prima influenzerà le sue scelte artistiche e che lo aiuterà a capire quali sono i luoghi migliori in cui agire: le strade, i muri e le piazze diventeranno la fonte privilegiata per arrivare alla conoscenza e all’espressione di sé.

    A quattordici anni si trasferisce a Madrid e qui frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Inizia a fare graffiti e tag in giro per la città e il classico bombing sui treni, inserisce nei suoi lavori dei puppet – in cui diminuiscono le lettere e aumentano i disegni – ma capisce subito che non è quello lo stile che caratterizzerà il suo linguaggio artistico più maturo. Per un breve periodo si serve anche degli stencil con lo scopo di lanciare messaggi politici e sociali.

    È proprio Madrid a segnare la sua crescita personale e artistica. Grazie all’incontro con il suo maestro Jose Garcia Herranz ha la possibilità di imparare e cimentarsi con tecniche e linguaggi nuovi. Come un pittore del Cinquecento Borondo va a bottega e usa ogni tipo di materiale. Lavora con il carboncino, l’olio e la tempera, sperimenta nuovi mezzi di espressione per arrivare a comprendere che per lui la migliore galleria è la strada. Gli anni trascorsi a Madrid hanno formato nell’artista una sorta di doppia identità: da un lato il writer e dall’altro il pittore classico, elementi che convergono perfettamente dopo anni di lavoro e studio, in questa mostra.

    Nel 2005, diciassettenne, espone per la prima volta a Palazzo Segovia in una mostra di pittura dal titolo Ecce Homo in cui la figura umana era protagonista; l’evento ha avuto molto successo e tutti i pezzi sono stati sold out.

    A 18 anni entra a far parte del collettivo Trauma (Taller revolutionario de arte urbana de Madrid) con cui fa azioni e lavori che da solo gli erano impossibili e collabora con la Brigades anti-gris: lavano via la vernice grezza dai muri con cui il comune aveva coperto i graffiti e fanno riemergere i disegni.

    Sempre a Madrid espone in altre tre mostre: nel 2010 nella Galeria EM7, nel 2011 Hole of Fame in cui espone manifesti, e l’ultima nel 2012 Status Symbol, in collaborazione con An Wei.

    L’elemento che distingue Borondo dagli altri street artist e che è determinante nella sua crescita artistica e nella ricerca di un proprio linguaggio è da ricercare nella sua biografia. Il padre, infatti, era un restauratore e Gonzalo è cresciuto tra quadri classici, proporzioni perfette, volti cerulei, panneggi e paesaggi che hanno formato definitivamente il suo gusto.

    Tra i suoi materiali preferiti c’è il vetro mentre la tecnica che più gli corrisponde è quella del graffio, il vero spartiacque del suo lavoro. Con il suo trasferimento da Madrid a Roma vetro e graffio sono diventati la forma indissolubile del suo personalissimo e originale linguaggio.

    Come dice lui stesso: “Il vetro ha qualcosa che gli altri materiali non hanno. È fragile ma resistente allo stesso tempo. È un mistero che ancora non sono riuscito a capire”.

    Nei suoi pezzi, inizialmente, tracciava linee di contorno come fossero veri bozzetti preparatori, ora invece le linee sono state sostituite con i graffi, che “incorniciano” la macchia ottenuta con la vernice e stesa con il rullo. La scoperta del rullo è stata un ulteriore passaggio, gli permette infatti grande velocità di stesura, uniformità e compattezza. È diventato il suo pennello, i suoi lavori appaiono così sempre più ariosi, le linee più espanse e volte a comprendere ampie porzioni di spazio.

    Borondo è arrivato nella capitale il 14 ottobre 2011 per frequentare l’Accademia. Qui ha conosciuto il movimento 15 ottobre, ha presto imparato l’italiano e ha osservato a lungo la città. A Roma come a Madrid si può lavorare per strada con grande libertà, la vera differenza è il rapporto con il Tempo e con la Storia. Nella città spagnola c’è l’ossessione contemporanea del nuovo sinonimo di pulito: si tende a eliminare le tracce del passato creando strutture all’avanguardia su modello americano. A Roma questo non può succedere ed è proprio in questo contesto che Gonzalo ha scelto di confrontarsi, sperimentare e crescere artisticamente, avvicinandosi sempre di più all’identificazione con il proprio lavoro.

    Borondo preferisce i grandi formati, ma non per il consueto motivo della street art “più grande è il lavoro più persone lo possono vedere” ma per un maggiore senso di libertà. Nel grande formato è implicato tutto il corpo, la brutalità è estremizzata e il gesto primordiale della creazione più ampio.

    Proprio per questo motivo Isterofimìa rappresenta un passaggio molto importante per il suo linguaggio, non abituato ai formati piccoli, agli spazi chiusi e a delle regole simmetriche ben precise. Allo stesso tempo questa costrizione lo ispira, gli mostra una nuova strada espressiva e il tema degli scomparsi scava nel profondo della sua personalità, privata e di artista.

     

     

    [/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”]

  • Borondo reinterpreta il mito di Platone sull’edificio del circolo Mario Mieli per Outdoor festival a Ostiense – Roma

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Outdoor
    urban art festival

    Borondo, 2012
    Acrilici si intonaco stratificato
    Roma,via Ostiense

    Curatore
    Simone Pallotta
    Produzione
    Nu Factory & 999Contemporary
    in collaborazione con Walls

    Sponsor
    OIKOS
    Dissent
    Tramp

     

     

    Screen-shot-2012-07-19-at-00.38.26-342x488

     

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    Borondo reinterpreta il mito di Platone sulle due facciate del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma per Outdoor urban art festival 2012.

    [dropcap4]S[/dropcap4]arà un’edizione memorabile di questo festival. Organizzata da Nu Factory e 999Contemporary in collabrazione con Walls, l’edizione 2012 vede al lavoro un gruppo di artisti straordinari, ecco come la descrive Diego Fadda de ilgorgo.com

    L’edizione di quest’anno, curata da Simone Pallotta è divisa in due fasi la prima a cavallo tra Luglio ed Agosto, la seconda ed ultima a Settembre. I primi ad intervenire saranno lo spagnolo Sam3, abile video maker è sopratutto famoso per i suoi enormi muri coperti da forme umane nere senza volto ma pregne di significati, l’americano Momo che padroneggia una tecnica più astratta fatta di colori vivaci e giochi di luce, interagisce con la superficie dove lavora dividendosi fra installazioni, sculture ed opere su muro, e infine il sorprendente Borondo, il giovane artista spagnolo con base a Roma, è dotato di uno stile personale unico, padroneggia qualsiasi tecnica, i suoi lavori sono delle vere e proprie tele a cielo aperto, i suoi ritratti trasmettono allo spettatore un livello di emotività altissimo. Tre personalità diverse, con stili e modalità artistiche differenti che interverranno ognuno in una propria grande superficie messagli a disposizione.

    [/spb_text_block] [spb_gmaps address=”via ostiense 353, roma” size=”300″ type=”roadmap” zoom=”14″ fullscreen=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

  • Outdoor Urban Art Festival – Roma

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Outdoor
    urban art festival

    Roma, lug-set 2012

    Borondo
    Momo
    Sam3

    Curatore
    Simone Pallotta
    Produzione
    Nu Factory & 999Contemporary
    in collaborazione con Walls

    Sponsor
    OIKOS
    Dissent
    Tramp

     

     

    Screen-shot-2012-07-19-at-00.38.26-342x488

     

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    [dropcap4]S[/dropcap4]arà un’edizione memorabile di questo festival. Organizzata da Nu Factory e 999Contemporary in collabrazione con Walls, l’edizione 2012 vede al lavoro un gruppo di artisti straordinari, ecco come la descrive Diego Fadda de ilgorgo.com

    L’edizione di quest’anno, curata da Simone Pallotta è divisa in due fasi la prima a cavallo tra Luglio ed Agosto, la seconda ed ultima a Settembre. I primi ad intervenire saranno lo spagnolo Sam3, abile video maker è sopratutto famoso per i suoi enormi muri coperti da forme umane nere senza volto ma pregne di significati, l’americano Momo che padroneggia una tecnica più astratta fatta di colori vivaci e giochi di luce, interagisce con la superficie dove lavora dividendosi fra installazioni, sculture ed opere su muro, e infine il sorprendente Borondo, il giovane artista spagnolo con base a Roma, è dotato di uno stile personale unico, padroneggia qualsiasi tecnica, i suoi lavori sono delle vere e proprie tele a cielo aperto, i suoi ritratti trasmettono allo spettatore un livello di emotività altissimo. Tre personalità diverse, con stili e modalità artistiche differenti che interverranno ognuno in una propria grande superficie messagli a disposizione.

     

     

    [/spb_text_block]

  • Borondo “Punto de vista, punto de mira”, una grande installazione di vetro e ferro del giovanissimo artista spagnolo per riflettere sul rapporto tra inclusione ed esclusione sociale, in mostra pubblica sul lungotevere per tutta l’estate

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Punto de vista, punto de mira

    Borondo, 2012
    Acrilici su vetro

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano

    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Patrocinio
    Roma Capitale Municipio Roma Centro Storico
    Foto
    999Contemporary
    Glora Viaggioni

     

    Lungo-il-tevere-roma

     

     

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    [dropcap4]S[/dropcap4]teet art in mostra sul Lungotevere a Roma. 999Contemporary presenta Borondo, “Punto de vista, punto de mira” installazione site specific del vincitore del PREMIO 2012 “LUNGO IL TEVERE ROMA”.

    Stesera, 5 luglio 2012 alle 21.00 l’opera di enormi dimensioni sarà svelata al pubblico presso la banchina del lungotevere, lato Trastevere tra il ponte Palatino e il ponte Testaccio, dove rimarrà in esposizione fino alla fine di agosto, quando sarà conferito il premio all’artista.

     

     

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