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  • Hitnes solo show “Lo Storno e la Mosca invisibile”

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    Lo storno e la mosca invisibile

    Hitnes, mostra personale
    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Project management
    Francecsa Mezzano
    19 dic -19 gen 2014

     

    Hitnes-Vertical-Banner

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    Hitnes, il circo delle pulci invisibili

    di Hitnes

    [dropcap4]R[/dropcap4]icordi il circo delle pulci, quello con i trapezi e i cerchi infuocati, applausi e sorrisi? Le pulci non ci sono. Sono un artificio della mente.
    Mostrare l’invisibile con un trucco di magia inesistente, rendere la psicosi con il segno inciso, e mostrare la realtà con il dipinto a colori. Così è gentile e misteriosa la piscosi di un Ramo o di un Girino, di un mondo che è difficile da percepire, che per gli altri è inesistente, inafferrabile o semplicemente irreale. Il proposito è renderlo visibile, quindi reale. Incontrando un Serpente, dipinto, che mostra la sua forma di pensiero soggettiva  incisa nel rame: la Mangusta. Una Rana, incisa, attanaglia uno Storno, forse lo stesso delle pagine di Jakob von Uexkull, che appare dipinto come una sgargiante macchia di colore.
    Segno e pittura, percezione e soggetto.

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  • 108 solo show “The thin mountain, the soft mountain”

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    The thin mountain, the soft mountain

    108 , mostra personale
    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Project management
    Francecsa Mezzano

    13 nov – 7 dec 2013

     

    108-Vertical-Banner-Recovered

     

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    [dropcap4]Q[/dropcap4]uando nel luglio 2012 facemmo Outdoor insieme a Nu Factory incontrai Momo durante l’esecuzione della straordinaria facciata di via del Commercio a Roma, gli feci una piccola intervista e gli chiesi se aveva un artista di riferimento, si insomma qualcuno che ammirava particolarmente e senza pensare mi rispose immediatamente: one o eight, 108. Per capire l’importanza di 108 nella street art non basterebbero queste righe, ci facciamo bastare quindi alcune nozioni base. 108 è un fondatore, in “originator” come direbbero gli anglosassoni. Un artista che da quindici anni segue una ricerca sulla forma producendo una street art silenziosa, lontana chilometri da qualsiasi influenza pop che possa imbonire lo spettatore, un lavoro personale, unico e misterioso. Tutto quello che non ti dice “guardami guardami”. Un artista in relazione continua e inscindibile con la sua terra e le sue montagne le cui conseguenze vengono rappresentate allo spettatore attraverso queste forme. La forma, la forma, la forma, sembra un’ossessione per questo artista e io amo gli artisti ossessivi, quindi sono particolarmente orgoglioso di questo incontro tra 108 e la 999 la cui somma fa 1107 e se è vero che i numeri ci parlano saprete capire di cosa sto parlando. Il lavoro di 108 sul colore è un capitolo a parte che potrete leggere da soli alla mostra o su internet dove i lavori di 108 sono esposti così come tutta la street art. E’ così che 108, Alessandria, il Piemonte, le Alpi diventano inaspettatamente street art e conquistano il mondo. E ora Roma. La montagna sottile, la montagna morbida.

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  • Avanguardie Urbane | 108 “Batman”, una grande opera murale dello street artist di Alessandria donata alla città per la riqualificazione urbana del sottopasso di via Silvio d’Amico a Ostiense – Roma

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    Batman

    108, 2013
    Acrilici su cemento
    Roma, via Silvio D’Amico

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano
    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Patrocinio
    Roma Capitale Municipio Roma VIII
    Foto
    999Contemporary

     

     

     

     

     

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    [dropcap4]1[/dropcap4]08 si era riservato di dare un titolo all’opera quando questa fosse finita. Fatto sta che finito il lavoro, mentre scendeva dalla scala per l’ultima volta, è passata una persona su uno scooter che ha frenato bruscamente urlando “bello, Batman!” (non con questa compitezza ovviamente). A quel punto ci è sembrato chiaro che il pezzo avesse già un nome. E’ con orgoglio quindi che vi presentiamo Batman, prima opera murale di 108 a Roma che si aggiunge alla già ampia collezione di street art voluta del Municipio Roma VIII e qui dobbiamo ringraziare Andrea Catarci, Claudio Marotta  e Massimo Reggio. Un altro ringraziamento va ad OIKOS, l’azienda che ha deciso di investire sulla street art e che ci rende possibile questo lavoro con una qualità che non ci saremo mai sognati. Il ringraziamento più grande però va a 108 che lascia alla città un’opera, credetemi, memorabile.

    [/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_gmaps address=”via silvio d’amico 2, roma” size=”300″ type=”roadmap” zoom=”14″ fullscreen=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

  • Avanguardie Urbane | Gaia “Il piccone demolitore e risanatore” l’artista dona alla città una gigantesca opera murale ispirata alla storia della via Ostiense – Roma

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Il piccone demolitore e risanatore

    Gaia, 2013
    Acrylic an spraycan on public wall
    Roma, via Ostiense 333

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano
    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Patrocinio
    Roma Capitale Municipio Roma VIII
    Foto
    999Contemporary
    The Blindeyefactory

    y

     

     

     

     

     

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    di Diego Fadda ilgorgo.com

    [dropcap4]A[/dropcap4]bbiamo sempre posto l’accento sulla peculiare visione creativa dell’artista, la sensibilità che accompagna gli interventi di Gaia emerge in tutta la sua dirompenza sviscerando quelle che sono le tematiche ed i temi dal forte valore storico, sociale ed alcune volte politico, una approfondimento che vede l’artista impegnarsi ed interessarsi concretamente a quelle che sono le vicissitudini dei luoghi dove dipinge. Nelle opere portate a compimento dallo street artist emergono così in modo assolutamente naturale quelli che sono i simboli del luogo, tra paesaggi, immagini evocative che vengono giustapposti a simboli fortemente classici, come le statue, corpi, busti e monumenti, che rifanno ad un mondo classico. Attraverso questa contrapposizione emerge così un rapporto tra passato e presente, avvolte malinconico altre dal forte sapore riflessivo, il tutto coniugato attraverso una notevole abilità riproduttiva che permea tutta l’opera di Gaia.

    L’artista americano prende ispirazione da Giorgio De Chirico andando a rappresentare la forte relazione romana passato e presente, nello specifico l’interprete analizza la funzione degli aspetti classici nel processo di costruzione della capitale. Il lavoro si presenta con la cifra stilistica che accompagna i lavori dell’interprete, in primo piano una delle figure del Foto italico, poco più in là una serie di banane in putrefazione e ‘La Nuvola’ di Fuksas, il gigantesco centro congressi che sta prendendo vita – si fa per dire – nella zona dell’EUR. In background l’artista realizza invece quelle che sono le sagoma del Palazzo della Civiltà Italiana, meglio noto come il Colosseo quadrato, combinato con la facciata del MACRO, tocco finale invece viene dato da una rappresentazione in lontananza di un monumento cancellato che rivolge il piccone verso un cavallo.

     

    [/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_gmaps address=”333 Via Ostiense, Roma, Lazio, Italia” size=”300″ type=”roadmap” zoom=”14″ fullscreen=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

  • Avanguardie Urbane | Borondo “Piedad” una pietà urbana contemporanea è il dono dell’artista spagnolo per Metropoliz a via Prenestina – Roma

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    Piedad

    Borondo, 2013
    Acrilici su intonaco cadente
    Roma, via Prenestina 913

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano
    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Foto
    999Contemporary
    The Blindeyefactory

     

     

     

     

     

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    di Diego Fadda ilgorgo.com

    [dropcap4]M[/dropcap4]etropoliz è il realizzarsi di un progetto a carattere sociale firmato dall’ antropologo Giorgio De Finis, l’ex fabbrica di salumi Fiorucci ospita ad ora circa duecento persone provenienti da praticamente ogni parte del mondo. Lo stabile è una grande architettura industriale che fino al 2009 ospitava il ciclo produttivo della nota marca di saluti, in seguito allo spostamento della produzione a Pomezia, l’edificio viene occupato e destinato all’integrazione, ed al recupero in chiave sociale. Rappresenta ad oggi una soluzione abitativa pacifica ed alternativa ma soprattutto un esperienza multiculturale di rara intensità, ed è proprio al suo interno, tra le differenti attività che sorge il MAAM.
    In netta contrapposizione con le più istituzionali MACRO e MAXXI, la galleria fa della sue peculiarità il vero e proprio punto di forza, gli artisti invitati a dare il proprio contributi verranno chiamati attraverso un fitto passaparola andando a creare nel tempo una grande collettiva d’arte che oltre ad avvicinare le persone del posto e che garantirà alle stesse una protezione contro lo sgombro coatto.
    È proprio Borondo l’ultimo in ordine di tempo a prestare la propria arte all’eccellente progetto, l’artista ancora una volta mette in scena l’ennesima sequenza delicata proseguendo spedito verso il suo sviscerare con autenticità, delicatezza e grande impatto visivo quelle che sono le pieghe più profondo della natura umana. Borondo agisce sulla parete attraverso un tratto agitato, intenso come non mai, tornano le sue figure nude ed evanescenti, accennate, quasi intrise nella calce, vengono qui raffigurate nell’istante di un bacio, morbido, semplice e dannatamente vero.

    [/spb_text_block] [spb_gmaps address=”via prenestina 913, roma” size=”300″ type=”roadmap” zoom=”14″ fullscreen=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

  • Avanguardie Urbane | Specter “Structures” un’imponente opera ispirata a Escher donata dall’artista di Brooklyn alla città per riqualificare il sottopasso di via Silvio d’Amico a Ostiense – Roma

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    Structures

    Specter, 2013
    Acrilici su cemento
    Roma, via Silvio D’Amico

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano

    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Patrocinio
    Roma Capitale Municipio Roma VIII
    Foto
    999Contemporary
    The Blindeyefactory

     

     

     

     

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    di Diego Fadda ilgorgo.com

    [dropcap4]I[/dropcap4]l lavoro di Gabriel Specter è innanzitutto fortemente connesso con il luogo dove prende vita, l’artista statunitense si adopera a creare lavori in cui la componente di immersione sia totale, possiamo trovare una fedele riproduzione di un vecchio negozio sotto forma di vere e proprie installazioni, sono lavori che si ispirano fortemente alla gente del posto, alle storie, l’architettura del luogo, la pubblicità presenti in quel determinato spot, rompono la noia innestandosi tra le viuzze e gli anfratti dei muri, interagendo con essi e di conseguenza con chi ci si trova di fronte.
    Segnando il proprio percorso ed operato in veri e propri progetti, salta immediatamente all’occhio una delle produzioni più interessanti, quella che vede l’interprete agire attraverso stilemi fortemente legati a delle strutture, con una forte influenza geometrica. “Structures” appunto è il filone che vede Specter interagire con lo spazio attraverso grandi configurazioni, la componente dello spazio anche qui è fortemente marcata e radicata offrendo all’artista l’opportunità di setacciare e un ambito decisamente più astratto quelli che sono gli sviluppi visive che si aprono attraverso il suo immaginario, mostrandoci ancora un esperienza nuova osservando una parete dapprima anonima.
    Per la sua facciata romana Gabriel Specter opta per un bella realizzazione ottica, il gioco di quadrati assemblati noterete, osservando in profondità le immagini, che presenta degli errori, questi fanno si che il lavoro generi una serie di effetti ottici incredibili con tridimensionalità e profondità a farla da padrone, un inganno per la vista documentato nelle fasi di realizzazione e nell’eccellente risultato finale

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  • Moneyless solo show “Alea Iacta Est”

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Alea Iacta Est

    Moneyless, mostra personale
    Curatori
    Gianluca Marziani
    Stefano S. Antonelli
    Project management
    Francecsa Mezzano

    21 set-30 ott 2013

     

    flyer_moneyless999_web2

    [/boxed_content] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

    Da “La cerchiatura del cerchio” di Gianluca Marziani

    [dropcap4]L[/dropcap4]a memoria corre rapida a Giacomo Balla, alla sua concezione futurista del mondo, al movimento plastico delle sue linee andamentali. Il dinamismo dell’automobile in corsa fu l’archetipo della geometria figurativa, l’esordio estetico di una sintesi interpretativa del reale. La sequenza progressiva tra velocità e luce indicò una chiave pittorica mancante, un limbo risolutivo che amalgamava figurazione e astrattismo per creare una terza via tra carne e spirito. Le compenetrazioni iridescenti confermarono lo spiccato avanguardismo di Balla: anche qui il rapporto sequenziale tra geometria e colore stava leggendo i codici urbani del modernismo, mappando le coordinate della figurazione geometrica, in anticipo sui minimalismi del Dopoguerra, sulle chiavi che legano la pittura con l’architettura, il design, la musica elettronica, la moda, la grafica editoriale.

    Ripartire dal cerchio per affrontare la linea e il suo sviluppo geometrico. Moneyless usa la forza centrifuga della circonferenza per azionare la geometria nello spazio pubblico del quotidiano. Un disco ideale ruota sui grandi formati della città ma anche nella dimensione ridotta del quadro, dove nulla si perde dell’energia motoria, del dinamismo sequenziale, della vibrazione elettrica che amplifica i contenuti dietro le apparenti astrazioni. Tavole e carte, superfici arcaiche che certificano il valore del tempo, assorbono il segno con la nitida leggerezza delle icone bizantine in foglia d’oro. La pulsazione geometrica trova il suo registro aureo nel piccolo formato, dove la centralità ottica crea un’ipnosi scenica, non tanto distante dalle madonne russe con la loro fermezza superficiale, dai volti chirurgici di Antonello da Messina, dalle impressioni luministiche di Vermeer.

    Diciamolo senza titubanze: significa poco o nulla la dicitura “arte astratta”, le vecchie indicazioni di categoria appaiono inapplicabili ai modelli linguistici del presente. Moneyless entra nel cuore immaginario della geometria, nel dinamismo concreto delle forme che affrontano uno spazio (in bilico costante tra due e tre dimensioni). E ci ricorda che la geometria è figurazione sintetica, modulo generativo dell’universo, radice dei codici estetici con cui definiamo la nostra posizione spaziotemporale.

    [/spb_text_block] [spb_video link=”http://vimeo.com/47576687″ full_width=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

  • Avanguardie Urbane | Borondo dona alla città una sua grande opera sull’educazione visiva dei bambini a San Lorenzo – Roma

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Logout project

    Borondo, 2013
    Acrilici su cemento
    Roma, via Scalo San Lorenzo 89

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano

    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Patrocinio
    Roma Capitale Municipio Roma II
    Foto
    999Contemporary
    Video by
    Jack Daverio

     

     

     

     

     

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    di Diego Fadda ilgorgo.com

    [dropcap4]L[/dropcap4]o scorso week-end è stato lanciato l’invito, abbandonare il proprio computer, lo schermo, la propria finestra sul mondo per recarsi in strada ad alzare il naso, ad assaporare e scoprire tutti i dettagli, gli odori, le sensazioni quindi che solo scrutando con i propri occhi, dal vivo, possono essere trasmesse.

    Si chiama “Logout” il progetto, e rappresenta il primo step o invito ad unirsi, a scendere in strada facendo logout da facebook, andare a vivere le esperienze in prima persona, per scoprire quanto forza ed energia si nascondano dietro una pennellata. L’idea, prodotta dalla galleria romana con il patrocinio del Municipio Roma II, prende forma dall’incontro di diverse personalità, la curatela di Stefano S. Antonelli con la supervisione di Gianluca Marziani, le sempre ottime pitture Oikos e il management di Francesca Mezzano. Questa prima facciata nel quartiere San Lorenzo a Roma ha visto al lavoro quel mostro di Borondo che nonostante la pioggia ha portato a termine un’altra delle splendide opere.

    Un uomo si erge, potente ridondante in tutta la sua forza, il volto coperto come a non voler guardare in un attimo di timidezza, nudo nel mondo, lo vedi da lontano mentre ti avvicini a piedi e ti domandi chi possa essere, ti avvicini e continui ad osservare sempre più incuriosito finché, una volta arrivato, ti scopri meravigliato di fronte alle mille pennellate che ne compongono le forme, le profondità e le viscere, in tutta la sua orgastica emozione, Borondo.

    [/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_gmaps address=”89 Viale dello Scalo San Lorenzo, Roma, Lazio, Italia” size=”208″ type=”satellite” zoom=”14″ fullscreen=”no” width=”1/2″ el_position=”first”] [spb_video link=”http://www.youtube.com/watch?v=dZfc8GITJSM” full_width=”no” width=”1/2″ el_position=”last”]

  • Avanguardie Urbane | Con “Primary”, Derek Bruno, street artist di Atlanta regala alla capitale un’opera sul rapporto tra oggettivo e soggettivo, a Ostiense – Roma

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [boxed_content type=”whitestroke” pb_margin_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

    Primary

    Derek Bruno, 2013
    Acrilici su intonaco stratificato
    Roma, piazza del Gazometro

    Curatore
    Stefano S. Antonelli
    Produzione
    999Contemporary
    Project Management
    Francesca Mezzano

    Dipinto con vernici ecologiche
    OIKOS
    Patrocinio
    Roma Capitale Municipio Roma VIII
    Foto
    999Contemporary

     

     

     

     

     

     

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    [dropcap4]C[/dropcap4]hristopher Derek Bruno da Atlanta, Georgia, é uno dei componenti di spicco del gruppo Graffuturism che sta spopolando in Europa e Stati Uniti. Tutti giovani provenienti dal mondo del writing che hanno saputo evolvere il lavoro  artistico fino a farsi notare internazionalmente per la qualità delle loro capacità espressive. Derek Bruno, di origine italiana realizza un opera murale curata da Stefano S. Antonelli della 999Contemporary di Testaccio. Un opera di sette metri per quattro in puro stile astratto geometrico in cui l’artista compone con una linea bianca e tre quadrati in prospettiva una lettura del rapporto da oggettivo-soggettivo interrrogando la verità. La linea rappresenta la realtà, a sinistra la visione oggettiva, a destra la visione soggettiva e, ad incrociare, tre “fette” di interazione con la realtà nei colori base, CYMK, quelli da cui derivano tutti gli altri. “Perché usare altri colori se tutti derivano dai primari” dice Derek Bruno la cui ricerca si basa su rapporto tra oggetiivo e soggettivo. Osservando l’opera si vedono dei punti di contatto visivo tra le trasparenze che generano nuovi colori “sono i contatti tra noi, quelli che cambiano la visione delle cose e ci portano alla visione soggetiva delle cose” osserva l’artista.

    [/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_gmaps address=”piazza del Gazometro, roma” size=”300″ type=”roadmap” zoom=”14″ fullscreen=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

  • “Onthewall” il progetto di street art di Palazzo Collicola Arti Visive Museo di Spoleto, 999Contemporary cura le acquisizioni permanenti di arte urbana contemporanea, primo ciclo di acquisizioni con Lucamaleonte, 2501, Moneyless, Borondo e Sbagliato.

    [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

    LUCAMALEONTE / 2501 / BORONDO / MONEYLESS / SBAGLIATO
    OPENING 29 GIUGNO 2013 / 12.00-24.00

    Il direttore di Palazzo Collicola Arti Visive – Museo di Spoleto, Gianluca Marziani affida a 999Contemporary la curatela delle acquisizioni murali permanenti del museo con il progetto Onthewall.

    Vengono da Roma, Milano, Lucca e Madrid e a poco più di vent’anni entrano al museo. E’ la prima volta in Italia che un museo acquisisce nella sua collezione permanente un gruppo di street artist e tra loro c’é l’artista più giovane mai entrato in un museo in Italia, Borondo, 22 anni talento spagnolo che in Italia ha trovato il suo miglior terreno espressivo. Hanno nomi di battaglia: Moneyless, 2501, Sbagliato, Lucamaleonte, Borondo ma la loro guerra la combattono sui muri delle città di tutto il mondo, viaggiando, dipingendo e seminando arte senza volere nulla in cambio. Alcuni preferiscono celare la loro identità perché a volte i loro interventi sono illegali ma tutti si sono fatti notare per la qualità del lavoro tanto di diventare delle vere e proprie star, con tanto di fan e stalker. La loro nazione è la rete, i social network in particolare ed é lì che espongono i loro lavori ed è sempre lì che vengono giudicati. In rete non sono i critici, i curatori e gli esperti a “fare” un artista, in rete è la gente comune che giudica, che decide e a volte il giudizio del pubblico coincide con quello degli esperti, è il caso di questi ragazzi che hanno fatto dell’arte una ragione di vita e di ricerca e rappresentano una piccola rivoluzione, un’eccellenza tutta italiana e la dimostrazione che la generazione dei Bamboccioni è solo negli occhi di chi la vuole vedere.

    999Contemporary è la piccola galleria romana che ha riunito questo gruppo di talenti e ha iniziato con loro un lavoro che in poco tempo é riuscito a convincere e conquistare critici, curatori e il sistema che custodisce l’arte contemporanea, un mondo chiuso, competitivo e con molta “puzza sotto il naso” e per questo 999Contemporary annuncia con un certo orgoglio la sua collaborazione con Gianluca Marziani, critico, curatore e direttore  del Museo Carandente di SpoletoPalazzo Collicola Arti Visive, nel progetto Collicola Onthewall.

    Il museo di Spoleto aggiunge alla sua collezione permanente cinque acquisizioni di street art di nuova generazione chiamando ad intervenire sulle superfici settecentesche del museo cinque tra i migliori talenti che il nostro paese possa vantare: Moneyless, 2501, Lucamaleonte, Borondo e Sbagliato. Quattro artisti italiani e uno spagnolo (Borondo) che in Italia ha trovato il suo miglior terreno espressivo. Cinque street artists giovanissimi (dai ventidue ai trent’anni), di fama internazionale che, come spesso accade, hanno più riscontro all’estero che nel nostro paese.

    Il direttore Marziani aveva già dimostrato la sua attitudine ricettiva verso le nuove dimensioni figurative ed in particolare il suo interesse per la street art realizzando Scala Mercalli nel 2008 e avviando successivamente il progetto Collicola Onthewall con lo scopo di indagare ulteriori modalità collezionistiche, inserendo opere murali che diventano parte integrante della struttura museale. Del progetto fanno già parte esponenti importanti della street art italiana come Sten&Lex e Luca Barcellona e ora si arricchisce di altri cinque artisti di grande livello.

    Molti pensano alla street art attraverso lo stereotipo del writer con  bomboletta e il cappellino ma l’arte urbana è molto cambiata e da dieci anni almeno tre generazioni ci stanno parlando attraverso i muri, gli spazi e le pieghe delle città producendo un’arte sempre più insofferente ai normotipi che l’hanno originata. Gli street artist oramai, pur mantenendo pratica e spirito urbano intatti, dirigono le loro ricerche nelle zone comuni del contemporaneo al punto da rendere indistinguibile visivamente la matrice urbana ma rimanendo sempre ben connessi attraverso la rete e alla rete che alimenta, scambia e diffonde questa pratica e i suoi effetti. Da molti la street art è considerata un fenomeno globale e il suo indissolubile legame con internet sostiene questa idea, invece la street art è territoriale, occidentale e bianca (nel senso della razza) con, ovviamente, tutte le eccezioni del caso e l’Italia è il paese dove, in questo momento,  si fa la street art più apprezzata nel mondo, quella più innovativa e non è un caso che un’osservatore infallibile come il direttore Marziani abbia iniziato a selezionare i pezzi pregiati.

    www.palazzocollicola.it

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